Vedere, avere o essere

Io vedo la mela

Io ho un’immagine della mela

Io sono la mela

Secondo molti, noi vediamo un oggetto. La solita mela, per esempio. E questo implica che ci sia un soggetto, un atto che chiamiamo “vedere” e un oggetto. E di questi termini, due, ovvero il soggetto e il vedere sono completamente misteriosi e invibili. Infatti il soggetto non lo vede mai nessuno. Ma nemmeno l’atto di vedere è visibile. Noi vediamo l’oggetto mela e vediamo l’oggetto occhio. Ma non vediamo mai il vedere in quanto tale. Non vediamo mai le immagini che il soggetto dice di vedere. Noi vediamo solo la mela.

Ma prendiamo pure tutto questo per buono. E prendiamo in considerazione uno come Cartesio (la cui logica non è poi tanto diversa da quella di molti neuroscienziati attuali) e chiediamoci secondo lui che cosa si vede. La risposta tradizionale è che uno non vede la mela, ma l’immagine della mela (o l’idea).

Tuttavia questa spiegazione è ancora misteriosa. Infatti uno potrebbe chiedere: “va bene che uno non vede la mela, ma l’idea della mela. Tuttavia, l’idea della mela, uno come fa a vederla?” E non è possibile che uno veda l’idea (o l’immagine) della mela, perché, se così fosse, uni avrebbe bisogno di un’immagine dell’immagine e così via all’infinito (infatti si chiama appunto il problema del regresso infinito).

Secondo Cartesio, l’idea della mela non è vista, al massimo noi abbiamo l’idea della mela. Ma il fatto di averla è altrettanto misterioso del fatto di vederla. Non va ancora bene. E allora? Allora l’unica soluzione è che noi siamo l’idea della mela. Ma

Ma se siamo l’idea della mela, allora siamo una cosa (infatti l’idea, per Cartesio, si chiama res cogitans, cioè una cosa magari pensante, ma sempre cosa!). Insomma, per Cartesio, il campione del dualismo e dell’autonomia, il fatto di vedere si spiega con il fatto di essere un’idea.

E per i neuroscienziati di oggi? Uguale.

Ovvero, per i neuroscienziati, vedere una mela non è essere un’idea di mela, ma essere un processo neurale dentro il cervello. D’altronde non potrebbe che essere così. Per il neuroscienziato la nostra esperienza cosciente non è altro che qualcosa che avviene dentro il cervello e quindi anche il vedere non può che essere un processo dentro il cervello.

Se per un attimo trascuriamo il fatto che per Cartesio eravamo un’idea e per i neuroscienziati siamo un processo neurale, le due spiegazioni si assomigliano molto.

Il problema è che la cosa di Cartesio non è fisica, e quindi non esiste. La cosa dei neuroscienziati è fisica, ma non ha le caratteristiche giuste (non assomiglia per niente alla mela). E quindi?

Quindi ecco che la mente allargata (Spread Mind) offre una cosa diversa, una cosa che è fisica e che ha le caratteristiche della esperienza della mela.

Che cosa? Ma la mela stessa!

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