Falli e fallacie al tempo del Covid19

I filosofi e i logici hanno studiato da tempo gli errori ricorrenti che si fanno quando si ragiona, pomposamente definiti fallacie logiche: quando il pensiero cade in fallo. Si tratta di quei meccanismi cognitivi che inducono a credere che qualcosa sia vero quando non lo è (o viceversa). Sono casi semplici presentati in ogni corso introduttivo di pensiero critico, nella speranza che le persone imparino a sviluppare ragionamenti corretti invece che, come avviene nella maggior parte dei casi, pensare che sia vero ciò che piace.

Purtroppo, al primo venticello di emergenza o brivido di paura, come è avvenuto nei mesi scorsi, tutti questi buoni propositi si buttano alle ortiche e, filosofi e scienziati inclusi, si dimenticano di applicare queste regole auree. Laddove il vulcaniano Spock sarebbe capace di una logica ferrea, gli esseri umani e – non riesco a tacerlo – molti italiani sono assai più volubili.

Eppure, per anni, io e altri docenti abbiamo cercato di mettere in guardia gli studenti da queste trappole del pensiero, salvo poi, quando ci sarebbe stato bisogno di loro, fare finta di niente. Durante i giorni della pandemia, la quantità di errori di ragionamento è salita vertiginosamente eppure pochissimi li hanno messi in luce. E pensare che, in questi giorni concitati, questi errori erano molto più evidenti se non altro perché i loro effetti ci toccavano da vicino! Gli arbitri del pensiero, i filosofi, avrebbero dovuto segnalare i tanti falli, ma stranamente non lo hanno fatto.

A vantaggio della memoria futura, ho pensato di ripercorrere l’elenco delle fallacie logiche e mostrare come ci hanno afflitto durante la pandemia del Covid19. Praticamente nessuna fallacia è mancata all’appello. Per ognuno di essi ho presentato il nome classico (e una sua traduzione chiara, ma poco ortodossa tra parentesi), seguito da una breve descrizione e un esempio calato in questi giorni di pandemia covidica. Per maggiore chiarezza ho usato sempre la prima o la seconda persona.

Avanti allora! Senza ulteriori indugi, affrontiamo questo bestiario di orrori del ragionamento!

La fallacia ad hominem (hai torto perché sei un idiota e un infame). Tu non pensi come me, perché sei una brutta persona. Io sono nel giusto, quindi se tu sostieni delle idee diverse dalle mie deve essere per colpa di qualche tuo difetto personale. Non discuto le tue idee, ma attacco te. Pensare diverso vuol dire essere sbagliati.

Esempio covidico. Tu non valuti i rischi del corona virus come me, perché sei un egoista, un narcisista, hai dei problemi personali, un cinghialone, un inglese, uno svedese, una persona senza rispetto, etc. etc.

Controrisposta. Il giudizio personale non ha nulla a che fare con la correttezza delle posizioni di una persona.

Il Marchese del Grillo: tra realtà e finzione cinematografica

La fallacia dell’autorità maggiore (hai torto perché “io sono il Marchese del Grillo e tu non sei un …”). Tu non puoi avere ragione perché hai meno titoli, sei meno qualificato, non hai studiato. Io sono un esperto mentre tu non hai nessun certificato. È un errore parente stretto del precedente. Non si discutono le idee, ma si gioca la carta dell’autorità di chi sostiene una certa idea. In realtà, chi ha più esperienza e conoscenza, proprio per questo, dovrebbe essere in grado di esporre argomenti più convincenti e non dover ricorrere ai propri titoli.

Esempi covidici. Io sono Burioni e tu non sei nessuno. Io ho studiato/insegnato per moltissimi anni e quindi quello che dico deve essere preso per vero e non messo in discussione.

Controrisposta. Tantissimi (molto più grandi di Burioni), hanno avuto torto e moltissimi, pur senza titoli, avevano ragione.

Raising the question of 'beg the question' | Sentence first

Petitio Principii (ho ragione perché quello che dico è giusto). Indica un ragionamento fallace nel quale la proposizione che deve essere provata è supposta implicitamente o esplicitamente nelle premesse. Logicamente è una circolarità. L’affermazione da dimostrare è data per scontata durante il ragionamento che dovrebbe, al contrario, dimostrare che è vera.

Esempio covidico. Il virus è una calamità mondiale perché è una pandemia.

Controrisposta. Il virus è stato definito come una pandemia, bisogna dimostrare che sia una calamità mondiale con altri dati, per esempio confrontandolo con altre cause di mortalità.

Flammarion engraving - Wikipedia

La fallacia del limite (hai superato il limite, quale?). Non puoi fare questi ragionamenti! Escono fuori dai limiti di quello che si può dire. È l’idea secondo cui le idee corrette siano quelle che si trovano dentro un particolare dominio stabilito dalla comunità, dal buon senso, dagli esperti, e che non si debba mai uscire dal sentiero battuto.

Esempio covidico. Non puoi mettere in discussione la mascherina, è andare oltre ogni limite.

Controesempio. La ragione non conosce limiti. L’unico limite della ragione è dato dagli errori e la fallacie del limite è proprio uno di questi. In passato, la stessa fallacia era stata usata, per esempio, contro l’evoluzione di Darwin “non puoi mettere l’uomo e le scimmie sullo stesso piano … stai superando ogni limite”.

La fallacia dei numeri (i numeri non mentono). Si presentano dei numeri e si dice che di fronte a questi numeri non c’è più spazio per ulteriori ragionamenti. Spesso si fa questo presentando dei grafici costruiti in modo da mostrare una versione dei fatti. Il fatto è che i numeri non mentono, ma chi conta sbaglia e, a volte, mente. Lo stesso numero può voler dire cose molto diverse.

Esempio covidico. Il Covid è diventato la prima causa di morte nel giro di pochi mesi e questo è un fatto.

Controesempio. Il Covid è diventato la prima causa di morte solo dell’ultimo 7% delle cause di morte nel mondo, dopo moltissime altre. Sarebbe come dire che uno è arrivato primo degli ultimi dieci di una maratona con cinquanta partecipanti.

Fake-nun crisis after wave of charlatans prey on Italy's elderly ...

La fallacia ad misericordiam (non hai considerazione del dolore altrui). Si fa leva sul senso di colpa dell’interlocutore, spingendolo ad accettare un enunciato in considerazione di un qualche stato compassionevole.

Esempio covidico 1. non puoi parlare del covid-19 in maniera non conforme alla versione ufficiale e diffusa perché altrimenti mancheresti di rispetto alle vittime e ai medici.

Esempio covidico 2. Non si possono fare questi ragionamenti per rispetto dei morti. Quindi non si può ragionare sulle misure effettive contro il virus nel momento in cui ci sono migliaia di morti.

Controesempio. Lo stato compassionevole non ha nulla a che fare con la veridicità dell’enunciato.

La fallacia della estremizzazione (o con me o contro di me). Non ci possono essere posizioni intermedie. Se non si è per la difesa della vita, allora si è sicuramente dei fascisti, razzisti e privi di empatia.

Esempio covidico. Boris Johnson ha proposto una strategia diversa dal chiudere tutto a ogni costo ed è stato immediatamente bollato come un sostenitore della immunità di gregge che, a sua volta, è stata immediatamente radicalizzata come la disponibilità a sacrificare anziani e persone più deboli.

Controesempio. Altri paesi hanno seguito strategie diverse con risultati variabili e dipendenti da tanti fattori. La realtà è complessa e non ci sono soluzioni bianche o nere.

La fallacia ad ridiculum (buttare in vacca). Sostenere che l’idea dell’interlocutore è ridicola e non accettabile.

Esempio covidico. Credi che gli italiani possono seguire le regole? Ma da quando!

Controesempio: Gli italiani hanno seguito con enorme pazienza le regole della quarantena per settimane e settimane e, ciononostante, sono stati continuamente messi in ridicolo.

Slippery Slope: What It Is and How to Respond to It – Effectiviology

La fallacia della brutta china (ce l’hai del gatto). Una cosa è sbagliata perché se fosse fatta chissà che cosa succederebbe. Ma in realtà chissà che cosa potrebbe succedere? Ci sono tantissimi fattori e probabilmente non succederebbe proprio niente. E quindi non è la cosa a essere sbagliati ma le paure e le fobie di chi la giudica.

Esempio codivico 1. Uno non può andare a correre, perché se lo facesse lui tutto il mondo andrebbe a correre e la strada sarebbe una fiumana di persone che corrono che neanche alla maratona di New York!

Esempio codivico 2. Uno non può andare in spiaggia, perché se lo facesse lui tutto il mondo andrebbe in spiaggia e ci sarebbero le persone a strati sulla sabbia!

Controesempio. In tanti posti c’è tanto spazio e con un minimo di buon senso questi assembramenti non avverrebbero comunque.

La fallacia ad baculum (portare sfiga). Se tu difendi questa idea finirai male. Chi ha avuto queste idee è sempre finito male. Pensare in modo ribelle porta al manicomio o al funerale.

Esempio covidico. Vedremo quando tua mamma sarà in terapia intensiva se continuerai a dire queste cose. Variante: vatti a fare un giro in terapia intensiva e poi vedremo.

Controesempio. Vaffa…

Fallacia del fantoccio (hai detto una vaccata). Presentare in modo sbagliato le idee dell’interlocutore per dire che ha torto, mentre è solo la versione (volutamente sbagliata) delle sue idee a esserlo.

Esempio covidico. Tu dici che il virus non esiste, invece c’è. Quindi tutto quello che dici è falso.

Controesempio. Uno non ha detto che il virus non esiste, ma solo che il suo impatto deve essere valutato in modo diverso.

Argomento dello sfinimento o ripetizione (sfracellare i cosiddetti). Ripetere all’infinito una tesi finché, per esaurimento, l’interlocutore ti dà ragione.

Esempio covidico. #staiacasa

Controesempio. Perché non stai nella tua camera? Stai a letto? Stai chiuso in bagno?

Argomento della correlazione o ergo propter hoc (il pensiero magico). Se due fenomeni sono correlati ci sarà un rapporto di causa.

Esempio Covid 1. I cinesi mangiano i pipistrelli e hanno preso il virus, quindi il virus viene dai pipistrelli (mah?).

Esempio Covid 2. Se stiamo a casa non prendiamo il virus, quindi stiamo tutti a casa. Controesempio. Ci sono tante cose che non sono stare a casa

Fallacia della permalosità (non sono i modi e i toni). L’interlocutore non ha argomenti validi, allora attacca dicendo che si sente offeso e chiude la discussione. In questo modo non solo evita la discussione e la critica, ma riesce anche a rigirare l’accusa, spostandola su un piano personale. Chi non la pensa come lui è un maleducato (una delle fallacie preferite di chi, per mestiere, fa l’insegnante/l’educatore/il professore). È particolarmente amata dai feudatari di bakeka.

Esempio covidico. Non sono i modi e i toni per parlare di queste cose. Sulla mia bakeka voglio solo persone educate. Io parlo solo con persone positive che hanno rispetto per le opinioni altrui (traduzione: che la pensano come me).

Controesempio. Eliminare i pareri diversi dal proprio con la scusa dei modi e dei toni è chiaramente un modo per evitare di dover dimostrare di avere ragione.

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Fallacia del testimonial (lo dice anche uno strafigo). L’interlocutore cita una autorità che la pensa come lui.

Esempio covidico. Lo ha detto l’OMS (prima che finisse male). Lo ha detto la Capua! Lo ha detto Burioni. Lo ha detto Fiorello.

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Fallacia della permalosità (non sono i modi e i toni). L’interlocutore non ha argomenti validi, allora attacca dicendo che si sente offeso e chiude la discussione. In questo modo non solo evita la discussione e la critica, ma riesce anche a rigirare l’accusa, spostandola su un piano personale. Chi non la pensa come lui è un maleducato (una delle fallacie preferite di chi, per mestiere, fa l’insegnante/l’educatore/il professore). È particolarmente amata dai feudatari di bakeka.

Esempio covidico. Non sono i modi e i toni per parlare di queste cose. Sulla mia bakeka voglio solo persone educate. Io parlo solo con persone positive che hanno rispetto per le opinioni altrui (traduzione: che la pensano come me).

Controesempio. Eliminare i pareri diversi dal proprio con la scusa dei modi e dei toni è chiaramente un modo per evitare di dover dimostrare di avere ragione.

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Fallacia del senso comune o della maggioranza (lo dicono tutti). Se una cosa la dicono tutti, sarà ben vera! Non penserai mica di essere l’unico che pensa in modo giusto?

Esempio covidico. Tutti stanno a casa, lo faranno per qualche motivo, vero? Non sarai l’unico da aver ragione vero?

Controesempio. 1) non sappiamo effettivamente quanti hanno una opinione diversa da quella imposta dai media. 2) la verità non è democratica, molte volte in passato la massa era sbagliata.

Vecchia professoressa bacchettona

Fallacia del moralista (chi non la pensa come me è un razzista). Se fai delle differenze tra casi diversi, lo fai perché sei un razzista schifoso e non pensi che essere un lavoratore sfruttato in un seminterrato di una favelas non sia uguale a essere un turismo sulla spiaggia di Bahia.

Esempio Covid. Lo vedi che muoiono tutti anche in Brasile dove c’è il sole? Ma veramente in Brasile c’è molta povertà e pochi passano il tempo a prendere il sole. Lo vedi che sei un razzista!

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Che dire? Di fronte a qualcosa che fa paura è facile scegliere quella che sembra la soluzione più rassicurante, ma la ragione non è un’ancella dei nostri timori e desideri. È però un’amica sincera e una guida sicura in tempi bui anche se il sentiero che ci indica può non sembrare il più facile. I filosofi e gli uomini in generale dovrebbero avere più fiducia e più coraggio.

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