#iostoacasa: una punizione inutile per gli italiani?

Dal 9 Marzo gli italiani sono prigionieri in casa in base al piano #iostoacasa che stabilisce, per motivi di emergenza, una forma di detenzione domestica dell’intera popolazione con incalcolabili disagi e danni psicologico-sanitari. È una misura veramente necessaria? No. Non lo è perché il contagio è fermato dalla riduzione dei contatti sociali in aree chiuse e non dalla detenzione domestica. La strategia corretta sarebbe piuttosto #iostoatremetri (o qualcosa del genere). Invece la campagna mediatica e i decreti (e a cascata le ordinanze regionali e comunali) hanno deciso di optare per una segregazione domestica che non è né necessaria né sufficiente a contenere il virus. Non è sufficiente perché comunque è una quarantena colabrodo in quanto tantissimi, tutti, devono e possono frequentare luoghi chiusi e affollati (supermercati). Non è necessaria perché in moltissimi casi l’accesso all’ambiente esterno non ha nessuna ricaduta sulla diffusione del virus (parchi, spiagge, luoghi isolati, ogni luogo esterno ove è possibile stare a distanza).

Come ogni virologo sa bene, il luogo più sicuro per non contrarre il virus è l’ambiente esterno (spiagge, colline, prati, aree urbane verdi). Al contrario i luoghi meno sicuri sono i luoghi chiusi (case, luoghi di lavoro, supermercati). Anche le nostre abitazioni non sono esattamente sicure (ambienti chiusi, frequentati da più persone che entrano ed escono da luoghi condivisi o pubblici).

Invece di spiegare chiaramente le modalità di trasmissione del virus, la campagna mediatica istituzionale ha assunto toni moralistico-etici. Siamo esortati a stare a casa “per rispetto di chi soffre/combatte in corsia”, “per i morti”, “per vincere tutti insieme”. Il pericolo del virus è diventato un “nemico da combattere”. La gente che sta a casa sui divani a cuocere il pane sono “degli eroi”. Ma davvero? In realtà, non si vince un virus con sacrifici morali edificanti, ma con una condotta scientificamente sensata, come, appunto, lavarsi le mani e stare a distanza.

Stare in casa è diventato un gesto scaramantico, mentre uscire è diventato un marchio di infamia perché chi corre manifesta la sua non appartenenza alla comunità dei probi, che spiano il mondo dalle finestre per denunciare i trasgressori. Come ha scritto Recalcati “L’odio nasce dall’invidia per la libertà altrui”. A nulla valgono gli appelli alla ragione scientifica e ricordare che l’accesso all’aria aperta è un fondamentale presidio sanitario per tantissime categorie di persone e che non ha nessun rischio diretto per il virus.

Questa deriva etica, questa propaganda morale piuttosto che scientifica, è continuamente all’opera. Per combattere il virus le forze dell’ordine danno la caccia ai runner (che non hanno avuto alcun ruolo nel virus), si controlla se il bambino esce “per capriccio” o per accompagnare il genitore a fare la spesa, si perseguitano le famiglie che cercano di passare qualche giorno nelle seconde case.

Si condannano i comportamenti non per i loro effetti concreti, ma per le intenzioni delle persone.

Con la scusa della presunta indisciplina degli italiani si giustificano le misure coercitive più insensate. Sarebbe il sogno di un regime totalitario, come ha recentemente fatto osservare il filosofo Miguel Benasayag: per paura e mancanza di fiducia in loro stessi i cittadini desiderano obbedire a un capo che li salverà. In realtà, non ci sono prove che gli italiani sarebbero incapaci di gestire in modo corretto il distanziamento sociale senza essere tenuti in prigione a casa loro. Il solito esempio negativo, quello del weekend di Febbraio con gli italiani sui campi da sci, è manipolato. Nei giorni precedenti a quel weekend, i politici avevano detto che l’Italia era il paese più sicuro al mondo, avevano esortato a tornare sui navigli di Milano (vi ricordate #milanononsiferma?) e non avevano parlato in modo chiaro del pericolo. Perché gli italiani avrebbero dovuto fare altrimenti? Non diamo alle persone le colpe delle indicazioni sbagliate giunte dall’alto.

Al contrario, oggi gli italiani sono in gran parte ligi nel seguire le regole del decreto del governo e appaiano consapevoli del rischio. Quindi perché non riconoscere loro la responsabilità che si attribuisce a individui dotati di ragione e libertà?

Se ci fosse fiducia e responsabilità, potremmo avere la libertà di uscire all’aria aperta.

Negare agli italiani la possibilità di accedere all’ambiente esterno, applicando in modo intelligente le cautele contro la diffusione del virus, non ha alcuna giustificazione per la presenza del virus (che non è presente in aree aperte con sole, ossigeno e agenti atmosferici). Non ci lasciano, per dire, andare in spiaggia o in una escursione sulle colline, non perché in questi luoghi ci sia il virus (NON C’È!), ma perché, se andassimo in questi luoghi, ci comporteremmo male, perché siamo, evidentemente agli occhi delle istituzioni e anche di molti di noi, INDEGNI DI FIDUCIA.

#iostoacasa non è una norma sanitaria ma un diktat da stato etico.

Ma questo è gravissimo da un punto di vista istituzionale e sociale. Se fossimo veramente una comunità di persone indegne di fiducia, se il governo dovesse veramente applicare misure coercitive sulla base non di quanto facciamo ma della nostra infamia; se fossimo, fino a prova contraria, dei farabutti, questo sarebbe la fine della società democratica e civile. Allora perché non eliminare direttamente tutti i diritti civili, controllare telefoni, messaggi. Perché non annullare la libertà di movimento. Stabiliamo uno stato di polizia (come si è parzialmente fatto in questi giorni di crisi) e chiediamo che l’ordine sia imposto dall’alto perché “tanto gli italiani si sa come sono”. Ma fortunatamente non è così! Anzi, ci stiamo comportando tutti molto molto bene. Fino a prova contraria siamo persone responsabili!

Se fossimo considerati degni di fiducia e persone responsabili, non saremmo costretti a stare agli arresti domiciliari.

Il pericolo del virus non è come la radioattività di Chernobyl. Non è qualcosa che si trova nell’aria. Ma è un rischio che dipende SOLO dai nostri comportamenti. Quindi non ha senso privare le persone dell’aria aperta. Quasi nessuno delle altre nazioni ha adottato questa punizione moralistica, inutile e, anzi, dannosa.

Non ci possono tenere chiusi in casa se non c’è pericolo e solo perché si presume che noi siamo indegni di fiducia. #iostoacasa ci offende nella nostra dignità. Recuperiamo una dimensione civile e di buon senso del vivere! Il virus è un pericolo e non un nemico. Noi siamo cittadini a rischio contagio e non eroi. Siamo persone razionali e responsabili e non farabutti indegni di fiducia. #iostoacasa è un’umiliazione per tutti gli italiani e un danno sociale e sanitario incalcolabile. È una punizione inflitta per motivi morali e non una strategia contro il virus.

34 thoughts on “#iostoacasa: una punizione inutile per gli italiani?”

  1. Caro Riccardo,
    Stai facendo una campagna di sensibilizzazione importante.
    Mi preoccupa l’irrazionalità che ha invaso ormai il nostro quotidiano. Mi preoccupa lo spiegamento di forze in armi. Mi preoccupa la miopia di chi ha il potere di decidere le fasi della ripartenza e sembra preoccupato solo degli effetti immediati e non di quelli a lungo termine. Mi sembra che in questi giorni, grazie anche al tuo contributo, si stiano levando voci di dissenso. Spero che servano a riaprire il dialogo su quello che è davvero necessario e quello che invece serve solo a soddisfare le pulsioni masochistiche di qualcuno. Grazie per il tuo coraggio.

    1. Io sono un filosofo teoretico e non posso restare tranquillo quando vedo offesa la ragione. Io accetto anche la faziosità, ma il trionfo dell’irrazionalità mi è insopportabile.
      RM

  2. Caro professore,
    ho appena terminato una lezione online con i miei studenti. Sì, anch’io sono un’insegnante, sebbene in un modesto professionale 🙂 che pena saperli reclusi tra quattro mura! che pena sapere i miei genitori anziani costretti a camminare in salotto per non far peggiorare le loro patologie, o i bambini privati della luce del sole e del gioco all’aperto!
    Mi chiedo: ma i droni, gli elicotteri, l’aeronautica, l’esercito, la marina, tutte le forze del regno non potrebbero essere dispiegate per individuare gli assembramenti (o, come dice qualcuno, gli “assemblamenti”) e non per scovare e punire il camminatore solitario?
    Grazie per quello che fa, seguo sempre le sue dirette

  3. Grazie a te mi pongo delle domande e le pongo agli amici. Non mollare. Riesco a capire la tua indignazione che è anche la mia.

  4. Tutto esatto e corretto. Il tuo discorso non fa una grinza ! Condivido in pieno!
    Fobie assurde…irrazionalita’…. isteria collettiva… !!

  5. Questa è l’ennesima riflessione che leggo sull’argomento e che mi pare si discosti di poco dall’atteggiamento che viene rimproverato a chi ora prende decisioni. Dire che chi vuole uscire e andare a farsi una corsa per esempio si sta comporterebbe socialmente bene alimenta solamente una contrapposizione con chi invece sta a casa. E rivendica il suo ruolo sociale nel farlo. Perché dire che la gente vuole essere libera dopo che è stata spesso a casa vuol dire solleticare le debolezze delle persone, soprattutto se lo si fa attraverso un blog sul quale per poter scrivere bisogna inserire la mail (questo sarebbe l’esempio di libertà?). Si parla di “detenzione domestica” e poi di “quarantena colabrodo”, un po’ contraddittorio. Lo è soprattutto quando ci si deve scontrare con la realtà, questa si alle volte in vera contraddizione con la filosofia. Spesso sento parlare di dispiegamento delle forze dell’ordine sul territorio per privarci della libertà salvo poi ogni giorno lamentarsi perché proprio le forze dell’ordine sono carenti di personale. Quante volte l’hanno fermata per un controllo? A me zero, mia moglie va ogni giorno al lavoro e non è stata mai fermata, idem tutte le persone che conosco. Zero multe. Questa sarebbe la dittatura che state subendo? Magari se parlaste con qualche rumeno che subiva decenni fa la dittatura di Ciausescu con un solo canale alla TV rivedreste la vostra posizione, stessa cosa se vi avessero portato a casa il cibo senza uscire come in Cina. Poter andare decine di volte al supermercato senza un controllo, poter utilizzare la farmacia o il cane come scusa non mi paiono rispecchino quanto riportato nella sua riflessione. Io stesso andando a fare la spesa incontro spesso gruppi di persone che il distanziamento sociale non sanno cosa sia. L’italiano che si adegua facilmente ad una regola è pura utopia. E sempre per restare nell’ambito psicologico probabilmente la non accettazione di una regola, qualunque essa sia, ci permette di trovare un colpevole utile a coprire mancanze nostre. I dottori e tutto il gruppo scientifico hanno serie difficoltà nell’affrontare il problema, stanno andando per tentativi e si stanno documentando anche loro giorno per giorno, lo dico avendo la fortuna di avere dottori in famiglia. La situazione è alle volte paradossale, sicuramente destabilizzante, ma talmente nuova che si presta a diverse giustificazioni in caso di errori. Si possono fare mille supposizioni sull’origine del virus, dei giochini economici che ruotano intorno a questo scherzetto, ma per esperienza personale sebbene i numeri del mainstream si prestino sempre a dubbi (la letalita’ pare comunque bassa), sentire gente che conosci e muore o avere familiari che fanno difficoltà a respirare probabilmente aiuterebbero ad utilizzare più cautela. Il nocciolo della questione è che le privatizzazioni continue nella sanità hanno portato un’eccellenza a una sopravvivenza e da dottori li abbiamo trasformati in eroi. Dovrebbero essere aiutati a fare bene il loro mestiere e non a muoversi sempre nell’eccezionalita’. E la politica, da destra a sinistra senza distinzioni, ha contribuito a questo. Sia chiaro, dire ad altri cosa bisogna fare è il metodo migliore per trovarsi sempre in credito ed avere ragione perché lo si fa a posteriori, come diceva una vecchia pubblicità “vi piace vincere facile!”!.

      1. Signora Nicoletta nella mia risposta c’è qualche errore di battitura dovuto alla scrittura brain storming da cellulare. Grazie per il suo lavoro nella correzione di testi altrui che ovviamente prevederà l’assenza totale di sbagli o errori da parte sua. Grazie. Soprattutto perché invece di guardare il contenuto si è soffermata sulla forma. Giusto quello che tentavo di evidenziare nella mia replica. Grazie di nuovo per la sua opera.

  6. Rodolfo Marchini

    Questo articolo, Riccardo, è scritto in modo molto efficace. Io ho condiviso la chiusura dei primi 15 gg perchè, colti di sorpresa (a dire il vero, le avvisaglie dovevano consentire una certa preparazione), era difficile fare diversamente. Però, passato il momento di fuoco, occorreva predisporre un piano di libertà progressiva. Oggi le voci critiche crescono, si ingrossano, diventano martellanti. Perciò le autorità saranno costrette a cedere alla pressione popolare e speriamo che si siano anche rese conto di aver abusato eccessivamente della libertà dei cittadini. Il rapporto migliore tra istituzioni e cittadini è basato sulla responsabilità e sulla reciproca fiducia, nella garanzia delle inviolabili libertà personali, di pensiero, di parola e di movimento.

  7. Michele Pellegrino

    Ci fanno stare a casa perché non sanno che caspita fare. Ci hanno fatto piombare in un regime poliziesco, ci stanno umiliando e ci trattano anche come bambini cretini. Prima ci dicono che bastano 15 giorni e poi torneremo ad abbracciarci adesso pensano ad una fase 2 in cui potremo uscire ma come tanti zombies paranoici con mascherina e guanti a distanza di 1 o 2 metri. Ci prospettano un vita senza eventi, senza incontri, senza avere contatti umani con persone in carne ed ossa, ma forse se fossero stati più onesti, non ci avrebbero illuso promettendo che i nostri sacrifici sarebbero valsi a sconfiggere il virus. Fino ovviamente al vaccino che dovremo fare tutti per vivere una vita che possa essere definita tale.

  8. Mi conforta la coincidenza con il mio pensiero, e suppongo di tantissime persone, attonite di fronte a tanto scempio della ragione e a questa esplosione di autoritarismo e di arroganza del potere che mai ci saremmo aspettati da una Stato che si definisce democratico e fondato su una Costituzione popolare. Ma una riflessione fondata sulla ragione e la logica, scevra di pregiudizi e ispirata a criteri scientifici a questo punto, nell’oscurità in cui ci troviamo immersi, non basta. Occorre un’azione politica, un atto di forza e di coraggio morale e intellettuale. Dobbiamo organizzarci e canalizzare la nostra indignazione di fronte a una tale valanga di ignoranza, di assurdità, di controsenso, di ascientificità, di manipolazione delle menti e di abuso di potere!

  9. Stavo andando a casa , appena ho fatto la spesa , la mia città dove mi trovo é sul mare , una città piccola , ce una scuola e una chiesa, una piazza ,un porto per le barche private .Era una bella giornata di sole , con la spesa in mano stavo camminando su la spiaggia, quando mi hanno fermato l’ispettore di controllo-” perché faccio la passeggiata?”
    E assurdo, -” sto andando a casa , per me la strada anche più breve “- gli ho risposto
    -“va va a casa veloce “- detto ansioso
    Ma , perché!??
    Non ce proprio nessuno , e isolato, la spiaggia vuota , e se cambiasse su lungomare è lo stesso .
    Lana Ignatova, Marina di Ragusa, aprile 2017.

  10. Neli Alexandrova

    Grazie mille!
    Io sono in Bulgaria, sono bulgara, e qui la situazione é quasi simille. I parchi sono chiudi, non possiamo andare al mare o nel bosco. E io penso che non sia ragione in questi misuri, loro sono irracionali e ho paura che viviamo in una dittatura non saperlo.

    Il mio italiano probablimente non e ottimo, ma questo é il migliore che posso fare.

  11. Diciamo che la riprova alla inutilita’ e pericolosita’ di articoli come questo, che letto da persone con un minimo di intelligenza ha un senso, letto da analfabeti funzionali quali siamo, per la maggioraza, noi Italiani, sono solo pericolosi, la abbiamo con la Svezia, non hanno chiuso nulla e si sono affidati al rispetto del loro popolo, sicuramente piu’ civile e rispettoso del nostro, ora hanno chiuso anche loro….e in Svezia hanno solo 10 milioni di abitanti (60 milioni in Italia) con il 50% di superficie nazionale in piu’. Penso sia la migliore risposta possibile. Abbiamo 176000 contagiati, di chi puo’ essere la colpa, del governo, delle amministrazioni che non hanno fatto qualcosa, non ci ricordiamo che quando ancora i parchi erano aperti le distanze di sicurezza erano contiunamente disattese? Questa e’ la risposta degli Italiani.

    1. non erano state ancora date indicazioni precise. Ci vogliamo ricordare che Conte aveva dichiarato che l’Italia era il paese più sicuro al mondo e che Zingaretti aveva appoggiato il #MILANONONSIFERMA?
      Che cosa avrebbero dovuto fare gli italiani?

  12. benedetto maggiore

    Grazie Professore!
    In quanto ha scritto ho ritrovato l’indignazione, la rabbia e lo sconcerto che progressivamente ho provato anch’io dall’inizio di marzo.
    Da medico so bene quanto complesse siano le procedure per evitare le infezioni crociate e quanto difficile sia metterle in pratica quotidianamente (anche da parte di persone che le hanno studiate all’universita’!).
    In futuro procedure simili dovranno essere applicate da tutti in tutti i luoghi pubblici e non oso pensare quanto sara’ lungo e difficile abituarcisi….
    Credo fermemente che le autorita’ avrebbero fatto meglio a informare e formare da subito i cittadini su come prevenire il contagio, piuttosto che impaurirli. Ne avremmo guadagnato in tempo e collaborazione.

  13. Lo stato di disagio si insinua sotto la pelle e, per chi è molto scrupoloso nel rispetto delle libertà, questa situazione addolora e lacera a diversi strati il tessuto del nostro organismo sociale. Si tendono a chiudere quasi tutte le finestre della comunicazione perché non fanno altro che iniettare odio: in TV ciarlano su numeri e provvedimenti di dubbio fondamento logico, la rete è invasa dalle frustrazioni e sommersa da un malcontento che trasmette qualcosa di più grande del semplice #stattiacasatuacomelofaccioioetidenunciosenonlofaianchetu; puzza di un malessere profondo, che aspetta il primo momento di delicatezza ad esplodere. Per strada si cammina con sguardo sperduto e diffidente. Tremo mentre penso a queste cose, fatico a sollevarmi e provare a sollevare chi sta intorno a me e che in qualche modo ne ha bisogno. Ho un figlio di 2 anni che sta assorbendo ogni istante della nostra convivenza h24, nel bene e nel male. Una forte sfida è quella di contenersi, di cercare una mediazione verbale con la mia amata coniuge che insieme a me fatica nel trovare coerente per affrontare la situazione, perché la situazione va necessariamente affrontata, non si può stare tutto il giorno davanti la TV a vedere Netflix. Si sta male, si prova dolore e si vive soffrendo. Cerco una soluzione personale, provo ad immaginare questo tempo in cui pensare è l’unica cosa che non ci è stata ancora proibita per proiettare un modo di agire, di camminare, di parlare di essere. Uscire di casa con l’obbligo di dispositivi di protezione individuale (che mi rifiuto di usare) mi fa stare male, vedersi osservati se faccio prendere un po’ d’aria al mio corpo ed al corpo di un’ignara creatura fa crollare ogni fiducia nella società della quale abbiamo così tanto bisogno. Ma tutto questo non si vede, #iorestoacasa.

  14. I suoi articoli sono preziosi, grazie.
    Sono d’accordo con lei che si condannano i comportamenti non per gli effetti concreti, ma per le intenzioni. In questo modo si perde di vista quello che si vuole raggiungere.
    Secondo lei se invece del #iorestoacasa avessero diffuso un video come quello dell’Ohio Department of Health, quello delle palline da ping-pong sarebbe stato un messaggio più efficace e rispettoso dei destinatari? Penso a chi vive per esempio in camere in affitto ecc.
    grazie

      1. Per cercare di orientarmi ho letto spesso i quotidiani inglesi, perché fino a qualche settimana non trovavo idee differenti o critiche nei media italiani. I parchi in Uk non sono stati chiusi perché le persone si meritano di fare attività fisica all’aria aperta, soprattutto chi abita in appartamento per poter affrontare al meglio il lockdown.Le confesso che ho pianto di mortificazione, per il nostro stare a casa e tutto andrà bene. Mi sento di dire che tutti noi abbiamo bisogno dei suoi articoli.
        Buona giornata

  15. Chen è sparito nel nulla. Aveva 25 anni A whan da quando è scoppiata la pandemia ha tenuto un diario video dei morti sulle strade e negli ospedali abbandonati . Ha denunciato tutto ha vissuto sulla sua pelle una vera dittatura. Rileggo le sue parole e mi fanno l’effetto del ghiaccio annacquato alla fine bel Martini dry. Cos’ha la pancia piena dopo aver scritto ? Preferisco Brecht . Il suo è snob radical scic dietro le parole lo vedo. È così chiaro.

  16. giancarlo bianchi

    Concordo. L’io sto in casa ha una unica spiegazione: rallentare il corso dell’epidemia ed evitarne un suo massiccio impatto sulle strutture ospedaliere. Naturalmente poi ce la raccontano come misura di tutela della nostra salute. Un “Come è umano lei” è ciò che il “potere” vuole sentire risuonare,

  17. Giovanni Gentili

    Grazie per questo articolo. Sono andato a cercarlo dopo aver visto un’intervista in televisione.
    Condivido pienamente.
    Quello che mi dà da pensare è la parte cognitiva: forse è una mia suggestione, ma mi è sembrato di vedere una coincidenza tra le persone che sminuivano il fenomeno coronavirus prima del lockdown, e i più zelanti ortodossi del “iorestoacasa”.
    Ho iniziato ad avere paura a metà febbraio. Prendo (prendevo) la metro tutti i giorni, attraversando la città, e pensai “ma come fa ad essere solo allo Spallanzani quando abbiamo turisti, studenti, manager che vanno e vengono dalla Cina in continuazione?”
    E infatti. Dal 21 febbraio in poi iniziai a lavarmi le mani dopo averle strette a qualcuno, a non prendere la metro e non salire in ascensore.
    “Ah, ti sei fatto prendere anche tu dalla psicosi?” o “ma cosa fai? ti lavi le mani con il disinfettante?”
    Le stesse persone ora ripetono il mantra “eh, ma se lo fanno tutti”.
    Ma tutti cosa? Ma quando mai abbiamo preso un’affezione respiratoria camminando da soli in mezzo alla strada?
    Ci siamo presi l’influenza come qualunque virus al chiuso, da familiari, colleghi, soci di palestra, amici a cena, sull’autobus etc.
    Mi ha irritato anche l’accenno agli anziani da proteggere. Davvero dagli amici mi protegga Dio che ai nemici ci penso io.
    Ma abbiamo idea il danno sanitario che facciamo ad un anziano a non farlo camminare?
    Capisco le prime due settimane, ma dopo cominciano veri e propri danni al sistema immunitario, soprattutto alla fine dell’inverno. Dovrebbero saperlo.
    Mi spiace le istituzioni abbiano solleticato il ricorso al pensiero magico, che in modica quantità fa pure bene è un rifugio innocuo, ma a questi livelli si sconfina con la superstizione.
    E mi irrita anche l’accenno a Winston Churchill. Scappò da un campo di prigionia boero (buoni quelli) ed invitò al combattimento per non cedere neanche un centimetro. Era meglio scegliere un altro esempio, soprattutto quando in futuro dovremmo litigare con tedeschi ed olandesi per questioni di marchi e fiorini.
    Ci diranno: “Ma che volere ora? La nostra libbra l’abbiamo messa, mentre noi vivevamo e lavoravamo, voi eravate dietro le tende a tremare e ad aspettare l’approvazione della mamma (il DPCM). Avete speso una fortuna per dare la caccia ai pescatori e podisti, che con quattro mafie fa ridere anche i polli, e ora battete pure cassa?”
    Mi scuso per lo sfogo, forse è la cattività.
    Grazie ancora

    1. parole sante!
      “Ma quando mai abbiamo preso un’affezione respiratoria camminando da soli in mezzo alla strada?
      Ci siamo presi l’influenza come qualunque virus al chiuso, da familiari, colleghi, soci di palestra, amici a cena, sull’autobus etc.”
      quando mai abbiamo preso l’influenza andando al mare in spiaggia? non spariscono le infezioni quando arriva l’estate e si sta fuori. E qui si fa il contrario!
      Cerchiamo di passare dal piano moralistico a quello pratico-scientifico! Grazie della approvazione!

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